(da Ameglia Informa di settembre 2024)

La prima trasmissione radio e la perdita di un occhio

Nello scorso mese di aprile è ricorso il 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi (25 aprile 1874 – 20 luglio 1937), l’uomo che ha avvicinato il mondo avendo trovato il modo di trasmettere messaggi lanciando segnali nell’etere. Il nostro attuale sistema di telecomunicazione sarebbe impensabile non ci fossero state le sue ricerche ad aprire la pista che oggi noi battiamo abitualmente.

Giustamente poco tempo fa la Rai ha dedicato alla figura umana e scientifica di questo grande scienziato una miniserie in due serate romanzando un episodio dei suoi ultimi mesi di vita ma noi spezzini non dobbiamo dimenticare che la nostra terra fu importante per la ricerca scientifica condotta da Marconi.

Infatti, nella sede del Comando in Capo della Marina, dopo i primi esperimenti condotti in mare, effettuò la prima trasmissione di radiotelegrafia senza fili (foto sopra).

Che quello fu un avvenimento che colpì l’opinione pubblica più che una bomba, è inutile dirlo.

Fra gli altri a darne la notizia è un articolo “sparato” da Il Secolo XIX lunedì 13 luglio 1897, composto dal- l’inviato E. B. da Santafiora che chissà chi era. Allora non esistevano le redazioni locali ma il giornale, anche se pubblicato a Genova, arrivava puntualmente con il treno nella tarda mattinata e quindi tutto il Golfo fu avvisato per l’ora di pranzo o giù di lì di quello che era successo in viale Savoia (oggi Amendola) il giorno precedente e fu un grande boom.

Ebbene, domenica 12 luglio Marconi aveva collocato un telegrafo trasmettitore all’interno dell’Arsenale davanti alla Direzione e il ricevitore nella palazzina del Comando in Capo.

All’orario convenuto, le 9, iniziano le trasmissioni che si protraggono per tre ore. È un successo. La stampa accerchia il giovane Marconi e lo subissa di domande fino a che non interviene il Comandante a sottrarlo alla ressa dei giornalisti che subito si affrettano a dettare i pezzi per le loro testate.

Ma nel Golfo ci fu anche un episodio doloroso e drammatico.

Il 28 settembre 1912,  15 anni dopo, fu un sabato tragico, Marconi diretto a Genova dopo avere colloquiato con il Re nella tenuta di San Rossore si scontra frontalmente con una vettura condotta da un emigrante tornato con la famiglia ai patri lidi.

L’incidente avviene a Borghetto Vara. È un frontale in cui gli investitori se la cavano tutto sommato con poco mentre lo scienziato subisce una grave lesione al bulbo oculare destro che alcuni giorni più tardi dovrà essere estirpato. L’operazione la compiono due illustri luminari dell’epoca chiamati in fretta dalle loro Università per eseguire l’intervento: il prof. Ernst Fuchs di Vienna e il prof. Pietro Baiardi di Torino, direttori delle cliniche oculistiche delle rispettive università. Marconi sopportò l’intervento con serenità d’animo. Un occhio di cristallo gli venne donato dai vetrai di Murano, mentre quello estratto, si conserva presso il policlinico torinese.

Esiste una morale in tutto questo?

Io penso che nella vicenda si possa leggere un contrappasso tanto curioso quanto crudele. Lui che tanto era riuscito a fare per aumentare la capacità di percezione del mondo intero ed ancora oggi comunichiamo grazie ai suoi studi ed alle sue intuizioni, viene tanto gravemente menomato nella fruizione di un suo senso.

Comunque, se oggi possiamo spedire e-mail è perché Guglielmo Marconi iniziò cento e passa anni fa a battere la strada che ha portato al modello di comunicazione che ci caratterizza.

Alberto Scaramuccia

https://youtu.be/vOh_4_yBsUk?si=gquzR0SXFNaI8fbx