(da Ameglia Informa di agosto 2024)
Il nostro Oratorio, che avrebbe dovuto essere dedicato a San Pasquale per aver liberato dalla peste agli inizi del 1700 tutto il territorio della Parrocchia, fu invece dedicato alla B.V: Assunta in cielo, molto probabilmente nel ricordo della cattedrale dell’antica diocesi di Luni e patrimonio spirituale che Ameglia aveva ereditato come sede vescovile.
L’intervento di San Pasquale e la consacrazione dell’oratorio alla Madonna Assunta in cielo si può leggere su una piccola formella sopra la porta di una abitazione di fronte al forno di Panà in Ameglia.
L’edificio sacro è arrivato ai nostri giorni in pessime condizioni tanto da pensarne all’abbandono di fronte al pesante preventivo di restauro e anche perché il suo uso era molto limitato, alcuni giorni all’anno e momenti conclusivi di solenni processioni. L’iscrizione posta al centro dell’arco trionfale del presbiterio ci ha fatto meditare sulla visione artistica e teologica che l’ha fatto progettare:
Et apertum est templum DEI in coelo et visa est arca testamentum eius in templo eius – anno 1768.
La Chiesa richiama il tempio celeste di Dio e all’interno del tempio, l’ Arca, colei che ha portato in sé il Figlio di Dio, il Salvatore. Entrare in Chiesa significa essere accolti dalla Madre di Dio per essere presentati al Figlio, il Dio con noi, Colui che salva.
L’architetto che ha progettato l’oratorio lo ha visto nella luce della Sacra Scrittura: per arrivare all’oratorio bisogna percorrere la strada che dal cuore del paese porta all’oratorio, il pavimento è in notevole salita verso l’ altare, l’altare è tutto teso verso l’immagine della Madonna Assunta che non guarda i fedeli ma che indica loro la meta del Paradiso (foto sopra). Da sottolineare che tutte le feste con relativa processione partivano dalla chiesa parrocchiale per concludersi all’oratorio, proprio nella visione del cammino del cristiano che inizia al fonte battesimale per concludersi nella casa celeste del Padre e Maria è la Madre di tutti che ci accompagna con infinito amore e bellezza. A circa cent’anni dalla consacrazione, sempre a seguito di una peste e in riferimento a San Pasquale liberatore, gli amegliesi vollero nuovamente ringraziarlo con un dono degno della grazia ricevuta, abbellirono con pitture e dorature l’interno della chiesa di San Vincenzo e del Patrono S. Pasquale.
In questi ultimi anni con fatica ma con ottimi risultati è stato totalmente restaurato l’oratorio, ora resterebbero due lavori importanti a significare il nostro cammino parrocchiale: il restauro del tetto nella chiesa succursale di Cafaggio e il restauro dell’interno della chiesa parrocchiale. Le difficoltà sono notevoli ma noi speriamo in Dio.
Don Cesare Giani