(da Ameglia Informa di dicembre 2022)

Nella foto in evidenza: il collegio delle Missioni di Sarzana, dove si svolsero i primi due omicidi.

È stato presentato ad Ameglia lo scorso 4 novembre, il libro G. W. Vizzardelli – Analisi psicocriminologica di un serial killer adolescente” di Vanessa Isoppo (nella foto sopra con la copertina del libro), dedicato al famoso caso del pluriomicida sarzanese. I fatti risalgono ai secondi Anni Trenta, nel pieno dell’ultima fase del regime fascista, in una piccola città di provincia, Sarzana, dove i cinque omicidi si verificarono nel giro di circa due anni. La storia è ancora molto nota in Val di Magra, tanto fu clamoroso il caso, tra i primi a richiamare una campagna di stampa nazionale e a suscitare un profondo turbamento anche oltre i confini della cittadina.

Vanessa Isoppo e a destra l’assessore Marzia Ratti

Il tema è stato nuovamente trattato dall’autrice sotto la lente di un’analisi psico-criminologica, rileggendo vecchi e inediti documenti delle fasi processuali che accompagnarono la vicenda. Vanessa Isoppo ha affrontato il caso basandosi sulle sue competenze professionali – è infatti psicologa-psicotera-peuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona e criminologa, ma lasciandosi anche guidare dalla diversa prospettiva del lungo tempo trascorso (100 anni dalla nascita di Vizzardelli) che rende la vicenda meno dolorosa e più inquadrabile con distacco critico-storico.

L’incontro con l’autrice è stato particolarmente piacevole e  stimolante perché ha posto e affrontato le domande che, anche dal pubblico, sorgevano spontanee: quale tipo di profilo aveva Vizzardelli? Lo si può considerare serial killer o mass murder? Che ruolo ha avuto l’uso di alcol da parte del giovane?

Quale significato psicologico si potrebbe dare oggi al suicidio di Vizzardelli compiuto quando finì di scontare la pena? Che differenze ci sarebbero oggi nell’iter processuale e nella sentenza a carico di un minore?

Vanessa con garbo e competenza ha saputo rispondere a tutto, rendendo ogni aspetto chiaro e ben delineato, lasciando in tutti il desiderio di leggere il volume.

Pregio del libro sono anche la prefazione di Marco Buticchi, l’interessante approfondimento giuridico di Maurizio Caporuscio, nonché gli scritti di William Giorgio Vizzardelli che ci danno modo di entrare nella sua mente durante gli anni che trascorse in carcere, dove ebbe modo di studiare e d’imparare alla perfezione l’inglese tanto da poter leggere Shakespeare in lingua originale. La conoscenza di Shakespeare portò Vizzardelli a comprendere meglio sé stesso e quanto accaduto, come lui affermò nelle risposte al test reattivo del Professor Franchini.

Un grazie sentito a Vanessa da parte  del Comune di Ameglia, nella speranza di averla ancora nostra ospite.

Marzia Ratti

Giorgio William Vizzardelli

Nato il 23-8-1922 morto l’11-8-1973

È stato un serial killer minorenne, autore di cinque delitti consecutivi nel ventennio fascista, etichettato come “il mostro di Sarzana”. Il 4-1-1937 uccise a colpi di pistola don Umberto Bernardelli, rettore del collegio delle Missioni di Sarzana e Andrea Bruno il guardiano della stessa scuola che frequentava.

Quasi dopo due anni dal primo delitto vennero rinvenuti vicino a Sarzana, il 20 agosto 1938, altri due cadaveri, di Livio Delfini, un barbiere di vent’anni, e di Bruno Veneziani, un tassista trentacinquenne.

Pochi mesi dopo, venne commesso un quinto omicidio, avvenuto il 28 dicembre quando venne ucciso con un’ascia il guardiano dell’ufficio del registro, Giuseppe Bernardin.

Tutto iniziò per un rimprovero di don Bernardelli dopo un’interrogazione e proseguì con una catena di ricatti e furti.

Arrestato il 4 gennaio 1939 e condannato all’ergastolo (per-ché minorenne), sentenza confermata in appello nel gennaio 1941. In carcere studiò e si comportò correttamente, tanto che ottenne la grazia dal Presidente della Repubblica Saragat nel 1968. Stabilitosi a Carrara presso la sorella, si suicidò tagliandosi la gola con un coltello nel 1973.                   SF