Ristampa di tra Fiume e mare 1976
(da Ameglia Informa di agosto, settembre, ottobre 2022)
Il 26 agosto al Bagno Arcobaleno di Fiumaretta, è stata presentata al pubblico la ristampa del primo introvabile quaderno della serie Portus Lunae, pubblicato nel 1976 per volontà di uno speciale gruppo di amici di Bocca di Magra che vedevano uniti locali e “foresti” (ma non solo frequentatori estivi), tra cui Vittorio Sereni, Fernando Bandini, Franco Fortini, Giovanni Pintori e l’allora giovanissimo Roberto Pazzi.
L’iniziativa di questa ristampa è del “Bagno Arcobaleno” e per esso degli attuali proprietari, Carlo Accame e sua moglie Lorella Dapporto, che hanno voluto in questo modo riportare l’attenzione su quel- l’importante momento di sviluppo culturale del territorio della foce del Magra e, nell’occasione, di ricordare anche la presenza dei fratelli Falco e Ferruccio Accame, scomparsi nel 2021 e legati alle sponde del Magra da molteplici storie e attività.
Il nobile proposito di Carlo e Lorella Accame di riproporre il raro “Quaderno” è parso subitamente meritevole di attenzione da parte del Comune di Ameglia che, nel 1976, di quell’opuscolo fu l’editore (Sarzana, Canale).
Il Comune condivide infatti con i promotori la necessità di porgere ai frequentatori delle sponde del Magra la conoscenza di un ricco passato che non va dimenticato, ma rispettato nelle sue qualità di sedimentazione materiale e immateriale.
A Roberto Pazzi, testimone di quella prima avventura culturale, abbiamo chiesto un contributo che subito è giunto con la consueta generosa disponibilità che lo contraddistingue e che rende questa ristampa ancor più preziosa e degna di essere letta e conservata con la cura che si deve ai tesori ricevuti da un passato di cui essere orgogliosi a buon diritto.
Ai lettori giunga l’invito a soppesare le parole poetiche ispirate dalla bellezza dei luoghi dall’antichità ai giorni nostri, con la consapevolezza che la loro ricchezza principale consiste proprio nella qualità naturale dei paesaggi: spiaggia, scoglio, fiume e collina.
Umberto Galazzo Sindaco e Marzia Ratti Assessore alla Cultura
(da Ameglia Informa di settembre 2022)
l mese scorso abbiamo annunciato la ristampa del 1° quaderno della serie Portus Lunae 1976 che, non essendo in libera vendita, sarà difficile poterlo avere o consultare. Il quaderno del 1976 è stato per me il primo contatto con Ameglia e ancora lo custodisco gelosamente ma all’epoca non mi ero ancora appassionato alla storia di questi luoghi e non ne avevo compreso il valore.
Rivedendolo ora, ristampato e ampliato con l’intervento di Roberto Pazzi, l’unico poeta ancora vivente, di quelli riportati nella raccolta e la storia degli Accame Ferruccio e Falco, mi ha veramente commosso e vorrei rendere partecipi anche i nostri lettori delle nuove parti del libro.
Pubblichiamo quindi la poesia di Roberto Pazzi (a pag. 14 di Ameglia Informa di settembre 2022) e la prefazione di Carlo Accame (qui di seguito), che ci narra la storia della sua famiglia legata dalla metà del secolo scorso alla gente e alle vicende di questo territorio. SF
Gli Accame, una storia famigliare legata a Fiumaretta
Questo libro, racconta storie, sentimenti, emozioni collegate al mare e al fiume e quella dei fratelli Accame è una storia che si lega a queste due dimensioni della natura in maniera intensa.
Qui vorrei raccontare i tratti salienti della loro storia. I fratelli Ferruccio e Falco nacquero a Firenze da Letizia Paolozzi e Giudo Accame rispettivamente nel 1922 e ‘25. La mamma Letizia accudente, sorridente e dolce li curò amorevolmente per cinque anni, poi sopraggiunse una leucemia fulminante. Il babbo Guido era un valoroso e charmant ufficiale di cavalleria che aveva ricevuto una medaglia d’argento al valore conseguita durante la prima guerra mondiale.
Insieme alle doti di fascino e coraggio Guido aveva una personalità fortemente egocentrica e vanitosa. Dopo la morte di Letizia si risposò più volte dedicando ai figli il minimo tempo possibile.
Bubi (Ferruccio) e Ollo (Falco) ebbero la fortuna per qualche anno di crescere con i nonni materni Guido Paolozzi e Maria Von Weimberg insieme al cane carlino che spesso compare nelle foto di famiglia. I nonni presero ben presto il posto dei genitori e li accompagnarono fino alla fine della seconda guerra mondiale. I due fratelli crebbero in un ambiente affettuoso, colto e benestante ma la mancanza della mamma e di fatto del padre, lascerà un tratto permanente nei loro caratteri. Ambedue rimarranno fortemente restii ad esprimere o manifestare i loro sentimenti più intimi e sempre furono alla inconfessata ricerca di amore.
Per entrambi l’inizio della scuola avvenne a Fiesole, sopra Firenze, dove andranno a studiare dai temutissimi e colti padri Scolopi da cui apprenderanno una forte cultura classica insieme alla paura di una punizione per compiti fatti male o violazione della disciplina che generò un istintivo e forte senso di anti clericalismo.
In una delle rare apparizioni del padre, vennero informati che sarebbero stati inviati a studiare al nuovo liceo navale Morosini a Venezia. Il padre sosteneva che quella sarebbe stata la migliore strada per ottenere prestigio e riconoscimento nella vita. Quella scelta li obbligò a lasciare l’affetto dei nonni per una gran parte dell’anno.
Al liceo Morosini emersero chiaramente le diversità caratteriali dei due fratelli. Bubi (Ferruccio conosciuto poi a Fiumaretta come il “Dottore”) era più socievole, solare e amante della vita nella natura. Una volta, nel tardo pomeriggio, di nascosto prese una piccola deriva a vela in dotazione alla scuola e si avventurò tra le isole della laguna. Cessato improvvisamente il vento, si ritrovò fermo in mezzo alle isole a guardare le stelle! Riuscì a fare ritorno solo la mattina successiva con la ricomparsa della brezza. Immediatamente richiamato dal preside fu punito per aver violato le consegne della scuola ma con una nota di stima per aver affrontato l’«avventura».
Ollo (Falco) si concentrò di più sullo studio conseguendo ottimi risultati. Le sue esperienze e la sua storia intima rimasero però più nascoste da un senso di profonda riservatezza che gli rendeva difficile raccontarsi agli altri.
Alla fine del liceo il babbo obbligò i due fratelli ad andare all’Accademia Navale di Livorno ma Bubi, il giorno prima della visita medica, pensò bene di andare a Viareggio a nuotare in mare ad occhi aperti per quasi tutto il giorno. Il giorno successivo Bubi fu scartato per problemi alla vista, il fratello invece si contrappose in maniera netta al padre e gli rispose che avrebbe ubbidito ma contro la sua volontà e che si sarebbe per sempre ricordato questa ingiusta decisione del padre. Ollo entrò all’Accademia con il massimo del punteggio.
Con l’inizio di un’altra infausta guerra, Bubi fu chiamato alla leva. Provò ad entrare tra gli incursori della marina ma non superò il test fisico e divenne ufficiale sommergibilista nella base navale alleata di Bordeaux (Betasom). Fu imbarcato sul Finzi come ufficiale di rotta fino al `43. La bellezza di Bubi era la capacità di raccogliere e raccontare gli eventi positivi di esperienze difficili e dure senza sottolinearne gli aspetti dolorosi, come quello sull’abbattimento di un aereo antisommergibile americano in cui non poterono salvare le vite di quegli aviatori. Il dolore per la loro morte, un dolore che non esprimeva, ma che traspariva dal suo racconto e dal tono della voce.
Nel 43 viene inviato a Danziaca insieme a gran parte dell’equipaggio del Finzi per iniziare l’addestra-mento su un nuovo U-boat della marina tedesca. Divenne il comandante di fatto del sottomarino e allo stesso tempo l’interprete perché i due fratelli parlavano la lingua della nonna Maria. Il nove settembre al rientro dall’addestramento, entrando in cabina venne colpito dal calcio di un fucile e al suo risveglio si ritrovò imprigionato. Il giorno successivo venne portato in un campo di prigionia dove la fame si fece subito sentire.
Con la nascita della Repubblica di Salò, fu offerta l’opportunità di tornare in Italia o rimanere fedele al Regno. Rifiutata l’idea di arruolarsi per Mussolini accettò successivamente l’opzione dei lavori forzati e fu trasferito in un vivaio al nord di Berlino.
Parlando tedesco e sapendo usare il trattore si rivelò subito molto utile al vivaio e nonostante una vita povera e di solo lavoro, mi rimangono impresse i racconti luminosi, vividi e pieni di vita che raccontavano questa esperienza. Alle 4.00 di mattina si svegliava e portava il trattore alla stazione per prendere le lavoratrici che arrivavano con il treno delle 6.00 da Berlino. Le portava al vivaio e poi svolgeva altri lavori fino alle 16.00 per riportarle alla stazione e tornare poi alle baracche! Indossava vestiti rammendati, trovati casualmente. (segue)
Carlo Accame
(Ameglia Infroma di ottobre 2022)
Mentre Ferruccio era prigioniero in Germania, Ollo (Falco) studiava all’Accademia di Livorno ed era tra i primi tre nella graduatoria ma nel 1943, con il cambio di fronte, l’Accademia venne trasferita a Brindisi dove, per le condizioni d’igiene contrasse il tifo e rimase in quarantena tra la vita e la morte. Il babbo Guido, ricevuta la notizia a Roma, decise di inviare il suo sarto di fiducia a visitare il figlio. Mentre però il sarto si recava a Brindisi, Guido ne approfittò per prendere con se la moglie del sarto, di circa 30 anni più giovane di lui, per andare a viverci insieme! Ollo sopravvisse al tifo ma i due fratelli mai dimenticheranno il gesto del padre. Con il passare degli anni Bubi divenne più accondiscendente nei confronti del padre con cui avrebbe desiderato avere una relazione affettiva mentre Ollo non lo perdonerà più escludendolo in maniera assoluta dalla sua vita in modo così deciso da non nominarlo mai.
Terminata l’Accademia si ritrovò coinvolto nella Battaglia di Cassino, di cui non ha mai voluto raccontare le drammatiche esperienze. In seguito fu inviato a sminare varie zone di mare.
Terminata la guerra Bubi si laureò in economia e commercio, conosceva il francese, l’inglese e il tedesco aveva una mente logica, brillante, capace di individuare l’essenza di una questione tagliando via tutto quello che era superfluo. Sarebbe potuto diventare un capitano d’industria ma decise di seguire l’azienda agricola di famiglia a Chiusi e poi gestire il Camping Riverside e il lido a Fiumaretta, frazione di Ameglia (SP).
Ollo proseguì la carriera nella Marina Militare risultando sempre tra i primi posti nelle graduatorie. I fratelli rimasero sempre legati e, quando Ollo era di stanza alla Spezia, veniva da Bubi e si mettevano a mangiare un filone di pane sulla spiaggia.
Dal 1963 Bubi si trasferisce stabilmente a Fiumaretta e cura il camping Riverside e il lido, grazie alla sua conoscenza del tedesco, il posto attrasse centinaia di turisti dalla Germania che iniziavano ad arrivare ad aprile e restavano spesso fino ad ottobre. Grazie alla loro numerosa presenza Fiumaretta era diventata una citta quasi teutonica. Il campeggio era molto semplice e spartano. Attraeva la bellezza del luogo, la sua essenzialità e la presenza del “Dottore” che aiutava, traduceva e gestiva con efficacia la vita di questo villaggio dentro il paese. D’inverno Bubi si dedicava a viaggiare per mare e a visitare luoghi dove la natura era prevalente sull’uomo.
Ollo continuava la sua vita da ufficiale con incarichi a bordo o presso il quartier generale della Marina Militare a Roma. Fu inviato a San Diego dove preparava gli equipaggi italiani che dovevano prendere possesso delle dragamine. Durante quella esperienza dovette andare ad assistere un ammiraglio Italiano. Il giorno successivo ad una cena ufficiale Ollo, capitano di Corvetta, era allo stesso tavolo con l’Ammira-glio della Flotta del Pacifico (uno dei ruoli più importanti della Marina Americana). Il giorno dopo l’Ammiraglio espresse il suo totale disappunto sul mancato rispetto dell’etichetta sostenendo che avrebbe dovuto essere Lui al tavolo con l’Ammiraglio. Fu molto difficile per il comandante di Corvetta spiegare che per gli Americani era lui a rappresentare la Repubblica Italiana anche se aveva un grado gerarchico più basso dell’ammiraglio italiano! La funzione, il ruolo, il compito prima della forma!
Negli anni con riluttanza i due fratelli si sposarono. Questa riluttanza credo derivasse dalla paura dell’esempio ricevuto da un padre incapace di amare i propri figli e curarli. Ollo fu il primo a sposarsi con Lola Giurlani, Bubi si sposò con la dottoressa, medico anestesista, Maria Rosa Sina.
Bubi (foto sopra) continuò a gestire il Camping finché a metà degli anni ottanta il sindaco di Ameglia forzò il “Dottore” -percepito come simbolo del capitalismo in una città rossa- a chiudere il Campeggio Riverside. Bubi allora decise di continuare solamente con il Lido che apriva il 1° giugno e chiudeva il 30 di settembre per poi immergersi nella natura, anche solo quella della spiaggia invernale di Fiumaretta. (segue)
Carlo Accame
(da Ameglia Informa di novembre 2022)
Parte 2ª – Bubi, sempre disposto ad aiutare il prossimo, a condividere barzellette e risate oppure a proporre analisi chiare, taglienti nitide sull’economia e le relazioni internazionali. Quasi sempre dopo una lunga discussione terminava con una barzelletta e lasciava l’interlocutore con la vibrazione del riso dentro di se.
Ollo continuava la vita da ufficiale; da comandante dell’Indomito di stanza a Taranto gli fu ordinato di effettuare il rimessaggio quinquennale che durava circa otto dodici mesi alla Spezia. Lui chiese degli alloggi per i sottoufficiali ma gli fu risposto che non erano disponibili. Sapendo che questo li avrebbe messi in dura difficoltà economica, combatté una dura battaglia per la loro tutela fino allo scontro frontale con l’ammiraglio di squadra. Ollo aveva già ricevuto la nomina informale a contrammiraglio ma decise di dimettersi per protesa verso questa ingiustizia, verso questa mancanza di rispetto e attenzione verso il suo equipaggio. Aveva già scritto numerosi articoli sulla natura epistemologica della strategia sul Corriere della Sera e decise di non nascondere questa storia ma di denunciarla pubblicamente. Essa ebbe una grande risonanza e lo catapultò nel dibattito nazionale. Divenne deputato della Repubblica per il Partito Socialista.
Fu promotore di numerose leggi sul servizio di leva, sulla riforma dei servizi segreti e fu autore di numerosissime interrogazioni parlamentari volte a contrastare le ingiustizie create dai vertici nei confronti dei loro subordinati.
Quando Craxi raggiunse il pieno controllo del Partito propose a Falco di diventare Ministro della Difesa a condizione di cambiare atteggiamento verso il complesso militare industriale assecondandone i loro interessi. Falco rifiutò ed entrò in collisione con Craxi che lentamente lo estromesse dal partito e di fatto ne impedì la sua rielezione. Continuò la sua attività politica creando l’Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti (ANAVAFAF) dove insieme a Concetta Conti e i vari associati cercò di proteggere i militari e i loro familiari dalle ingiustizie e dalle coperture di misfatti di altri militari. Furono i casi di nonnismo, dei tumori derivanti dall’operare in zone con l’uranio impoverito senza alcuna protezione, di situazioni in cui non erano state applicate le più elementari norme di sicurezza sul lavoro, del nascondere responsabilità importanti dei vertici delle forze armate ad occupare le sue quotidiane battaglie.
Bubi continuò la sua vita al lido insieme ad Anna Rosa ospitando ragazzi colpiti dalle radiazioni di Cernobyl, dando ripetizioni e finanziando in silenzio una grande scuola in Madagascar.
Credo che a Falco sarebbe piaciuto terminare il racconto della sua storia con questo episodio raccontato da un suo marinaio, Alfredo Sabbatini su Facebook: “Durante il mio periodo di leva sull’Indomito ho avuto l’onore di averlo come Comandante da Ottobre 1974 fino al 29 Marzo del 1975 giorno del mio congedo a Venezia, non dimenticherò mai il momento in cui noi congedanti lasciavamo la nave Indomito, schierati a poppa c’era con nostra meraviglia oltre all’ufficiale c’era al primo posto il nostro Comandante con il nostromo tutti in alta uniforme che ci rendevano onore mentre scendevamo la passerella, mai ho dimenticato il mio Comandante e ho sempre seguito nelle sue iniziative parlamentari. Che riposi in pace comandante Accame salpato per la sua ultima missione….”
Quasi insieme, tra il novembre e dicembre del 2021 salparono per il mistero della morte. Per molti tratti diversi ambedue credettero in un codice morale interiore e nei valori della Repubblica Italiana ed in una ideale Repubblica Universale. Ambedue attratti dalla ricerca della realtà nella sua complessità ed interazione, ambedue volti a sostenere i bisognosi Bubi silenziosamente e Ollo nella vita pubblica. Non furono certamente uomini perfetti ma furono guerrieri di luce.
Se per Falco l’aneddoto sulla vita da ufficiale gli sarebbe piaciuto per Ferruccio una barzelletta Yiddish sarà il suo saluto: Mamma 1: «Mio figlio mi vuole così bene che mi compra continuamente dei regali».
Mamma 2: «Mio figlio mi vuole così bene che mi porta sempre in vacanza».
Mamma ebrea: «Roba da nulla. Mio figlio mi vuole così bene che va da un dottore speciale cinque volte a settimana, e gli parla solo di me».
Così termina la loro storia e così inizia la vita dei semi da loro lasciati nella vita, nelle persone aiutate e nelle persone da loro amate.
Lo scrivente è uno di questi semi, figlio di Ollo e d’idea figlio di Bubi. (fine)
Carlo Ferruccio Accame
assieme a Beatriece, Ginevra, Lorella e Maria Rosa