(da Ameglia Informa di dicembre 2023)

Il 2 dicembre scorso abbiamo appreso con dolore della scomparsa del nostro illustre concittadino Roberto Pazzi.

Figlio primogenito di Teresa Rolla, Roberto era nato ad Ameglia il 18 agosto 1946 e insieme alla famiglia aveva trascorso le estati della sua infanzia e della sua giovinezza nella casa di Bocca di Magra, affacciata sul fiume e contigua allo storico albergo Sans Faςon della famiglia Germi.

Tra quel fiume e quel mare – scriveva – non è nata solo la mia persona, per parte materna da una vecchia famiglia di naviganti e pescatori, i Germi e i Rolla, ma anche la mia vocazione per la scrittura, la consapevolezza di poter salvare la vita che muore nella parola che resta.

Queste poesie e queste prose sono nate come doni del numen loci, testi ispirati dalla bellezza della Natura, di quest’angolo del Mediterraneo, dove tanta Storia è passata.

Poeta raffinato, affabulatore per vocazione, scrittore pluripremiato e ormai tradotto in moltissime lingue, residente e docente a Ferrara, sua città adottiva, non aveva mai interrotto i suoi legami coi luoghi dove era nato e dove, appunto,  aveva trascorso buona parte della giovinezza, entrando in contatto con le presenze culturali che avevano ravvivato le estati di Bocca di Magra nel secondo dopoguerra. In particolare, i suoi esordi erano stati seguiti e incoraggiati da Vittorio Sereni, che aveva prefato la sua prima silloge di versi, apparsi sulla rivista “Arte e Poesia” diretta da Alessandro Bonsanti.

Proprio due anni fa, il 19 dicembre 2021, appena insediata, la nuova Giunta lo aveva invitato per la presentazione del romanzo “Hotel Padreterno”, ascoltando dalla sua voce la genesi dell’opera e le motivazioni che lo avevano indotto a scrivere una storia così particolare che ha avuto subito un grande successo di pubblico (foto sopra)

Nell’attesa dell’incontro, Roberto aveva voluto dedicare agli amici e alle pagine di “Ameglia Informa” alcune  poesie dedicate alla foce del Magra e raccolte nel volume “Un giorno senza sera”, una sorta di generoso avvento all’incontro annunciato. Tra queste, quella dedicata alla dolce e bella sorella Emilia (che riposa nel cimitero di Ameglia) dal titolo “In mare aperto” e quella indimenticabile scritta per ricordare l’isolotto purtroppo scomparso molti anni fa. In quell’occasione, era stata a lui consegnata dal Sindaco la prima targa di “Cittadino d’eccezioneincisa sulla dolomia dei nostri monti, un doveroso omaggio per i grandi traguardi raggiunti. 

Roberto ne era stato davvero felice e mi aveva manifestato l’intenzione di collaborare alle iniziative amegliesi sulla cultura, subito da me raccolta in occasione della ristampa del Quaderno Portus Lunae, per la quale, infatti, aveva scritto la prefazione (e ne ricordo i promotori meritevoli: Carlo e Lorella Accame del Bagno Arcobaleno).

Tra i tanti ricordi che ho di lui, un’immagine mi segue da quel dicembre di due anni fa quando lo andai a prendere a Bocca di Magra e mi apparve Roberto praticamente vestito dei panni del personaggio del suo libro, Giovanni Eterno. Il bel viso coperto dal borsalino scuro, il cappotto cammello e la pashmina al collo. Lo salutai infatti con ‘ciao Giovanni’ e subito la sua risata riempì il silenzio della sera. Dalla vita all’arte e da questa alla vita, il pregnante insegnamento di Roberto Pazzi che ora riposa nella “Cella degli Uomini Illustri” del Tempio monumentale della Certosa di Ferrara. Un addio da tutti noi alla sua cara Persona, con la certezza di tenerlo ancora con noi nei suoi scritti che ci fanno volare sulla schiena del destriero alato di ariostesca memoria.

Marzia Ratti

Roberto Pazzi riposa tra i ferraresi illustri

Emanuela Biso e Roberto Pazzi ad una presentazione letteraria

Roberto Pazzi ci ha lasciato. Riposa oggi nella cella che ospita i ferraresi illustri, ornata da statue di Canova.

“Pazzi alla ricerca del Sacro perduto” titola un giornale del 3 dicembre.

Certamente Roberto Pazzi era alla ricerca del Sacro nella sua inquietudine tra fede e laicità, ma Pazzi ricercava nel suo mondo soprattutto la bellezza.

Si incantava fin da ragazzo davanti alle cose belle,un panorama, un quadro, un bel ragazzo o ragazza, un bell’animale … un gatto. Fu una delle prime confessioni che mi fece, quando, ancora giovane studente, frequentava la nostra famiglia: “Io m’innamoro di ciò che è bello”.

Roberto era un bel giovane, bellissima sua sorella Emilia, bella e dolce sua madre, bello il suo compagno Stefano che lo ha seguito e curato negli ultimi anni della sua vita. Era il concetto dell’antica Grecia “kalos ka’ agathos” bello e buono insieme. E ora fanno compagnia al sonno eterno di Roberto le opere di Canova, prototipi di bellezza.

Caro Roberto, non ti vedremo più d’estate passeggiare lungo le rive della Magra… Quanti ricordi ho degli anni in cui, giovane aspirante poeta, ti vedevo nascosto tra le cannette del lungo fiume davanti alla casa di Vittorio Sereni,tuo idolo, aspettando che il poeta uscisse dal cancello. Sereni era d’estate in vacanza a Bocca di Magra ed evitava incontri di lavoro che svolgeva a Milano come direttore di una importante casa editrice.

Ma Roberto era paziente e tenace. Sbucava dal suo nascondiglio di canne e Sereni, persona estremamente gentile, non poteva rifiutare qualche consiglio a questo giovane aspirante poeta.

È così che Roberto ha iniziato la sua brillante carriera, sulle rive del fiume Magra. La sua mamma era di Ameglia e anche Roberto era nato ad Ameglia e, pur vivendo e lavorando a Ferrara, tornava tutte le estati a Bocca di Magra, dove gli abitanti locali lo consideravano uno di loro.

Era semplice ed affabile con tutti ma pochi sapevano che era uno scrittore. Era il figlio della Teresa Rolla, uno dei nostri. Pochi sapevano della grave malattia che lo aveva colpito e che ha sopportato con coraggio fino alla morte.

Il bel viso sorridente di Roberto mancherà a tutti noi. Sentiremo tutti la mancanza di quest’uomo importante ma modesto, semplice e complicato, alla ricerca della bellezza, della felicita della fede. Rimarranno a noi i suoi scritti.

Emanuela Biso

Roberto Pazzi e la poesia dedicata a Bocca di Magra

Robberto Pazzi in barca dalle parti di Punta Corvo

Per ricordare Roberto Pazzi ho pensato di pubblicare la sua ultima poesia, di poco più di due anni fa, sul borgo che l’ha visto nascere e mi propongo, nei prossimi numeri, di pubblicare l’ul-tima intervista fatta alla mamma Teresa Rolla morta poco dopo che, per rispetto, allora non pubblicai.

Questa la poesia di Roberto Pazzi su Bocca di Magra con la sua introduzione:

Sandro Fascinelli

Son tornato a Bocca di Magra, dove sono nato e tutto è cominciato, la vita come la poesia, e ho scritto:

Teresa Rolla, mamma di Roberto Pazzi, nella sua casa di Bocca di Magra

A Bocca di Magra

Alla fine di un fiume

e della vita in ritardo,

mi ha distratto il paesaggio

dei molti che amavo

e non vedo più,

ma non si spengono

mai nelle parole,

sempre le stesse,

pronunciate in vista del mare

che solo guardando la cima del molo/

capisco se sarà cattivo o calmo,/

svoltata la punta della Sanità,/

a prendere il largo verso il Tino/

dove mi fa paura un cupo turchino/

per cosa in agguato sarà

pronto a mordermi o a rapirmi

da dove emergono statue

di Roma, al largo di Luni,

forme del desiderio eterne

negli eroi e negli déi,

ma siamo sempre noi.

Roberto Pazzi