(da Ameglia Informa di luglio 2023)
Alessandro Malaspina, uno dei più grandi navigatori della storia, famoso nel mondo ma quasi sconosciuto in patria, era un lunigianese come noi di Ameglia, ma non so quanti sappiano le sue gesta. Per approfondire questi aspetti l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (ANMI) di Sarzana ha organizzato il 14 giugno scorso, presso il suo stabilimento balneare a Marinella, una conferenza con il prof. Riccardo Canesi.
Alessandro nacque a Mulazzo nel 1754 dal marchese Carlo Morello Malaspina e morì a Pontremoli il 1810. Non essendo il primogenito poteva essere destinato alla carriera monastica ma il padre seguì i desideri del figlio, che, dopo aver completato gli studi presso il prestigioso collegio Clementino di Roma, entrò nella Marina spagnola nel 1774 dove si distinse subito per le sue doti di grande organizzatore.
Fra il 1786 ed il 1788 compì un periplo del globo sulla fregata Astrea, primo italiano a completare un intero giro del mondo al comando di una nave e quattordicesimo al mondo.
Malaspina aveva una gran cura delle condizioni di salute degli equipaggi per cui, nelle sue spedizioni ci fu un numero minimo di perdite umane al contrario di quanto accadeva allora in navigazione.
Nel 1789 Alessandro Malaspina condusse la prima e la più grande spedizione scientifica che mirava a fare il giro del mondo con lo scopo di condurre una mappatura di tutti i possedimenti della Corona Spagnola e uno studio particolare della flora, della fauna delle popolazioni indigene e delle miniere, come aveva già fatto il capitano Cook agli ordini della Corona Britannica.
Per l’impresa furono costruite due corvette la Atrevida e la Descubierta, attrezzate di tutti gli strumenti nautici più avanzati dell’epoca. Malaspina stesso si occupò del reclutamento dell’equipaggio, scegliendo tra i marinai più forti e temprati e tra gli uomini di scienza i più validi e preparati. La spedizione toccò in particolare la regione del Rio de la Plata, la Patagonia, la costa americana sul Pacifico sino al 67° parallelo nord, le Filippine, la Nuova Zelanda, l’Australia e l’arcipelago del Vavao (isole Tonga).
Rientrato dal viaggio, il 21 settembre 1794, fu arrestato l’anno successivo con l’accusa, peraltro mai provata, di congiura. Fu liberato soltanto nel 1803, per intercessione di Napoleone. Esiliato dalla Spagna, rientrò in patria, dove si occupò dei problemi politici ed amministrativi della Lunigiana durante l’epoca napoleonica
Il prof. Canesi ha illustrato con molta precisione le condizioni dei naviganti di quei tempi, fine del ‘700. Co-me si conservava il cibo senza frigoriferi, come ci si difendeva dalle malattie, come si affrontavano le tempeste, come durante le soste in terre selvagge ci si relazionava a con gli indigeni. La conferenza è stata una emozionante scoperta di un mondo marinaro del tutto sconosciuto.
Per rimarcare l’importanza scientifica delle sue esplorazioni, ha ricordato che il più grande ghiacciaio pedemontano del mondo, che si trova in Alaska, prende il suo nome così come due montagne in Canada e in Alaska, un fiordo in Nuova Zelanda, l’Università di Vancouver (in Canada), un vulcano nelle Filippine, un prestigioso Premio scientifico in Spagna e tanto altro. (segue)
(Bio: Il Prof. Canesi è stato docente di Geografia nelle scuole superiori, è curatore del sito www.sosgeografia.it ed organizza da otto anni i Campionati italiani della Geografia.
Emanuela Biso
(da Ameglia Informa di agosto 2023)
Come avrà passato gli ultimi anni della sua vita tra Mulazzo e Pontremoli il grande navigatore Alessandro Malaspina, chiuso tra le montagne, lontano dal mare che aveva tanto amato? Quando era “l’ora che volge al desio e ai naviganti intenerisce il core…” cosa avrà pensato e sognato questo grande uomo di mare? La nostalgia che prende il navigante in mare avrà agito all’inverso sul navigante costretto a terra? Forse sognava la distesa immensa degli oceani e il tramonto del sole sull’orizzonte marino.
Ottenuta la grazia per intercessione di Napoleone Alessandro Malaspina viene mandato in esilio nel 1802 e arriva a Genova nel 1803. Francesco Melzi d’Eril, vice presidente della Repubblica Italiana creata da Napoleone, gli diede incarichi importanti riguardanti la difesa costiera adriatica e la creazione di un ordine sanitario contro l’epidemia da febbre gialla scoppiata a Livorno.
Con il Regno d’Italia seguito alla repubblica napoleonica, volse i propri servizi verso Firenze e si stabilì definitivamente a Pontremoli dove morì per un tumore all’intestino il 9 aprile 1810.
La gazzetta di Genova riporta la notizia della sua morte e loda la sua perizia di navigatore e le grandi qualità di uomo, per aver sopportato con dignità grandi avversità e dolori.
Il grande navigatore ha portato fama nel mondo alla nostra terra, ma anche Ameglia è stata culla di naviganti. Il più famoso è stato Augusto Lagomarsini (foto sopra) che ha navigato in tutti i mari da un Polo all’altro al comando di mercantili e transatlantici, finendo il suo servizio, nei primi anni del nostro secolo, come Commodoro (massimo titolo della Marina Britannica) della nave passeggeri all’epoca più grande al mondo, la “Sun Princess” (foto sotto) di 77.000 tonn. a bordo 3.200 passeggeri, Lungh. 300 metri, 15 ponti, altezza totale 50 metri (Ameglia Informa di febbraio 2003).
Tanti altri naviganti più modesti e meno famosi hanno portato invece pane alle loro famiglie e onore alla loro terra. Nei tempi passati, come negli altri piccoli paesi della Liguria, non c’era una gran possibilità di scelta: o coltivavi con gran fatica la terra arida per ricavarne i pochi frutti che ti permettevano di vivere e mangiare o facevi il pescatore. Ma se volevi veramente fare soldi eri costretto a imbarcarti.
È grazie all’imbarco di tanti uomini coraggiosi che il paese di Ameglia è ricco di ville e villette stile Liberty, eleganti e ben tenute, costruite nella metà del secolo scorso intorno al paese medioevale. Gli uomini via per mare le donne a casa a risparmiare e a mettere da parte i soldi guadagnati dal marito lontano e tenere la casa, l’orto i figli, i vecchi.
Anche i nostri naviganti hanno dato lustro al loro paese viaggiando per mare in paesi lontani, distinguendosi come comandante, cameriere, cuoco, meccanico, radiotelegrafista … tutti hanno diritto al nostro ricordo e alla nostra riconoscenza.
Emanuela Biso