(da Ameglia Informa di aprile 2023)
Nella foto di Agneta Bremmer il Samuel Beckett Bridge di Dublino dell’arch. Santiago Calatrava –
Dopo diversi anni di stop sono ripresi gli scambi culturali all’estero, così al ristorante Venezia dove suo papà Daniele Marselli è lo chef, abbiamo avuto l’opportunità d’intervistare Beatrice Marselli che era a colazione con la mamma Cristina Minutillo. Bea, alunna della classe 4ª del Liceo Linguistico Montessori di Marina di Carrara era di ritorno dall’Irlanda, dove si era recata a studiare per una parte dell’anno scolastico 2022-’23 presso lo Stepaside Educate Together secondary school di Dublino.
Queste le risposte alla nostra intervista.
D.: Beatrice, perché hai scelto di frequentare una parte dell’anno scolastico in Irlanda?
R.: Ho fatto questa scelta perché volevo provare una nuova esperienza e volevo conoscere nuove culture.
Inizialmente io avrei voluto recarmi negli Stati Uniti per un anno, ma per problemi dell’agenzia non sono riuscita a partire; così all’ultimo ho deciso di andare in Irlanda.
D.: Come si è svolto questo percorso scolastico?
R.: Il percorso scolastico è stato abbastanza interessante perché ho provato un nuovo sistema didattico e ho conosciuto persone nuove sia italiane che di altre nazionalità; c’erano infatti molti spagnoli e francesi. I professori erano molto accoglienti e gentili con noi e cercavano sempre di farci sentire a nostro agio.
Ho avuto la possibilità anche di apprendere nuove materie che qua in Italia non potevo seguire, mentre ero là ho avuto una settimana in cui ogni giorno c’era un esame e alla fine di questi sette giorni ci sarebbero stati dati i risultati dei nostri test. È stato abbastanza facile seguire le lezione in inglese e fare amicizia con persone nuove.
D.: Come si articola l’attività scolastica in Irlanda?
R.: Nelle scuole irlandesi il sistema scolastico è diverso dal nostro, ovvero le materie dovevi sceglierle tu e non c’era una classe unica in cui stare per tutti gli anni, come qua in Italia, ma ci sono le classi per ogni materia quindi sono gli alunni che si devono spostare e cambiare di aula.
D.: Quali erano i rapporti con i compagni irlandesi?
R.: I rapporti con i compagni irlandesi non erano buoni perché non erano molto propensi a conoscere persone nuove e a fare amicizia con noi, quindi difficilmente parlavamo con loro e la maggior parte delle volte ci guardavano molto male così non c’è stato nessun rapporto personale con loro.
D.: Hai potuto fare qualche giro turistico?
R.: Sì, una giornata con delle mie amiche, una italiana e una francese, che avevo conosciuto a scuola. Siamo andate a Limerick, una città molto affascinante e interessante. Siamo partite alla mattina presto per prendere un autobus dal centro di Dublino e in tre ore essere a Limerick. È stata una bella giornata, ci siamo divertite molto e sono contenta di essere andata a visitare questa città.
D.: Cosa pensi della scuola irlandese?
R.: Penso che sia un sistema migliore del nostro dove gli studenti sono più coinvolti nelle attività scolastiche però dal lato didattico i ragazzi sono molto indietro e forse sono un po’ troppo agevolati e quindi per me le cose che facevano a scuola erano molto facili essendo abituata a un livello di difficoltà diverso; è stato comunque interessante vedere come funziona la scuola in un altro paese e poterla mettere a confronto con la nostra.
D.: Consiglieresti a un amico/a la tua stessa esperienza?
R.: Consiglierei questo tipo di esperienza solo a persone aperte mentalmente nel conoscere nuove culture e persone; la mia esperienza in sé non la consiglierei perché non mi sono trovata bene in molte cose ed è per quello che ho deciso di interrompere il programma prima e di tornare a casa. Probabilmente è stato solo il mio caso, però l’Irlanda è un bellissimo Paese e sicuramente altre persone potranno apprezzarlo diversamente e fare una migliore esperienza.
D.: Dell’Irlanda cosa ne pensi?
R.: L’Irlanda è un paese molto affascinante e ci sono dei posti veramente belli da visitare, il clima non è uno dei migliori perché è principalmente freddo e piove spesso quindi potrebbe limitare alcune escursioni o gite.
È molto organizzato con i trasporti pubblici, le persone sono molto agevolate, anche perché la maggior parte della gente in Irlanda non ha la patente e quindi è “obbligata” a spostarsi con i mezzi pubblici. Le persone non sono molto socievoli, ovviamente non tutte, però soprattutto sono un popolo “freddo”: noi siamo abituati in modo molto diverso.
D.: Com’è stata la relazione con la famiglia irlandese che ti ospitava?
R.: La mia famiglia era composta soltanto da una donna anziana che viveva da sola e aveva un cane. La signora era molto gentile e disponibile nei miei confronti, mi accompagnava molte volte in alcuni posti quando non ero ancora pratica con i mezzi pubblici. È stato difficile per me all’inizio ambientarmi nella casa per il diverso stile di vita.
Due cose negative sono state il cibo e la pulizia della casa; essendo abituata al cibo italiano è stata una cosa molto “traumatica” mangiare tutti i giorni quello che preparava la signora; a volte preferivo non mangiare perché era veramente improponibile. La casa non era molto pulita, c’era sempre molta polvere e sporco; io chiedevo sempre di potermi pulire la stanza da sola ma la proprietaria non voleva quindi dovevo aspettare che, dopo troppo tempo, lei lo facesse.
Io condividevo la camera con una ragazza spagnola, ci sono trovata molto bene con lei che mi ha aiutato tanto nel corso della mia esperienza; però è stato veramente difficile condividere la stanza con un’altra persona: non avevo il mio spazio personale e questo per me è molto importante.
Avevamo solo un bagno in tre, ogni tanto quattro quando nel weekend ci veniva a trovare il nipotino della signora, e quasi sempre non era pulito. La casa era abbastanza piccola però molto accogliente.
Sandro Fascinelli
(Le foto e il video dell’articolo sono di Beatrice Marselli)