(da Ameglia Informa di novembre 2022)
Nelle investigazioni fatte per ricostruire le vicende, affinate poi nel libro “REX il sogno azzurro”, per meglio inquadrare gli eventi nel suo periodo storico che inizia con il viaggio inaugurale del REX da Genova il 27 Settembre 1932, decisi di risalire a cosa esattamente accadeva 10 anni prima.
Nel 1922 era in servizio il piroscafo Colombo della N.G.I. – Navigazione Generale Italiana – per il normale servizio atlantico Italia – New York. Approfondiamo quindi le vicende più importanti di questa nave.
Varata il 21 ottobre 1915 dalla Palmers Co Ltd, Jarrow-on-Tyne, Inghilterra, per la Sicula Americana di Messina come nave cargo con il nome San Gennaro. Stazza 11.760 Ton, lunghezza 160 metri, larghezza 19,50 metri, pescaggio 7,5 metri, motore a quadruplice espansione da 10.500 CV con caldaie alimentate da carburante liquido. Velocità di crociera 14,00 nodi, massima 16,50 nodi. Prua diritta, due fumaioli, doppie eliche. A causa della prima guerra mondiale fu messa in disarmo.
Nel 1917 – 1919 venne noleggiato dal governo britannico e gestito dalla Cunard Line (foto sopra) per il trasporto di rifornimenti e merci per le forze dell’Intesa, specie cereali, nell’Atlantico settentrionale, al comando del capitano Enrico Peirce. Grazie alla sua notevole velocità che gli consente di essere più veloce dei sommergibili, può viaggiare da sola, senza essere in convoglio con i mercantili più lenti.
A fine guerra fu rimandata ai cantieri Palmers e trasformata in nave passeggeri (143 prima, 214 seconda, 296 terza classe) con stazza aumentata a 12.003 Ton.
Il 20 agosto 1921 fu trasferito alla Navigazione Generale Italiana e ribattezzato Colombo. Sarà il più grande transatlantico italiano, nave ammiraglia, sino all’arrivo del Giulio Cesare nel 1922 e del Duilio nel 1923. Il 23 novembre 1921 al comando di Vincenzo Romano fece il viaggio inaugurale sulla rotta Genova, Napoli, Palermo, New York.
Il 15 gennaio 1923, viene trasformato in nave di lusso (foto sopra) dai Cantieri ed Officine Meridionali per affiancarlo al Giulio Cesare e Duilio, con 100 posti prima classe, 700 seconda classe, 1.000 terza, sala musica stile Luigi XVI, sala fumatori, due caffè veranda e aumento della stazza a 12.087 Ton.
La nave è protagonista dell’immigrazione illegale dall’Italia infatti, a seguito delle restrizioni all’immigra-zione negli Stati Uniti molti membri dell’equipaggio sbarcavano in America senza rientrare a bordo. Il Colombo così perse 200 membri dell’e-quipaggio in soli 4 viaggi.
Il 4 settembre 1928 il Colombo fa l’ultimo viaggio verso gli Stati Uniti, sostituito poi dal nuovo Roma. Il 18 ottobre 1928 al comando di Sturlese fece il primo viaggio per il Sud America: Genova, Napoli, Rio de Janeiro, Santos, Montevideo, Buenos Aires. Dal 4 Aprile 1929 è impiegato sulla rotta Genova, Marsiglia, Barcellona, Valparaiso via Canale di Panama. Il 3 gennaio 1932 è trasferito alla Italia Flotte Riunite e mantiene lo stesso servizio
Il 10 marzo 1935 viene noleggiato dal Lloyd triestino per la rotta Genova, Napoli, Messina, Port Daid, Suez, Massaua, Mogadiscio e poi requisito dal Ministero della Guerra ed adattato per il trasporto di 2.400 soldati e grande quantità di rifornimenti per l’Africa Orientale. Nel 1936 fu venduto al Lloyd Triestino per adibito al servizio continuativo dal Tirreno per l’Africa, trasportando numerose famiglie di coloni.
Nel 1937, al termine della guerra d’Etiopia, mantenne costante il servizio da Genova, Napoli, Port Said, Suez, Massaua, Assab, Gibuti che effettuava in 13 giorni.
Il 21 gennaio 1940 accorre al segnale d’aiuto della motonave Orazio, che prese fuoco a seguito di un’esplosione in sala macchine durante la tratta Genova Barcellona in burrasca, a circa 35 miglia da Tolone. Mise a mare le scialuppe e salvò 173 naufraghi. Altri 316 furono recuperati dal Conte Biancamano e dal piroscafo francese Ville D’Ajaccio. Nell’affondamento dell’Orazio perirono 108 persone, 48 passeggeri e 60 di equipaggio, annegati o per ipotermia nelle lance. (Segue)
Flavio Testi
(da Ameglia Informa di dicembre 2022)
La fine del Colombo
L’equipaggio del Colombo ricevette un premio di 200.000 lire per l’impegno profuso nei soccorsi.
La sera del 4 giugno 1940 lasciò Napoli per arrivare sino a Massaua in Eritrea. Il 10 giugno l’Italia entrò in guerra e la nave fu bloccata per 10 mesi.
Quando l’andamento dei combattimenti in Africa prese una brutta piega per l’Italia, nel marzo 1941, tutte le navi militari o mercantili veloci ed ancora in buone condizioni lasciarono Massaua. Il Colombo, assieme ad altre navi italiane (Mazzini, Tevere, ecc.) e tedesche fu autoaffondato assieme a sette mercantili in fila con cariche esplosive, lasciando emergere solo la murata di sinistra, per evitare di cadere preda degli inglesi e per bloccare l’accesso al porto.
Il Colombo fu la più grande tra le navi autoaffondate a Massaua. Il relitto, recuperato nel 1948, fu demolito sul posto tra il 1949 ed il 1951.
L’equipaggio del Colombo, assieme ai marittimi delle navi affondate ed altri civili italiani e coloni, fu messo dagli inglesi nei campi di internamento eritrei per un anno e mezzo.
Il 16 novembre 1943 molti di essi furono imbarcati sul piroscafo britannico Nova Scotia per essere trasferiti in Sud Africa nel campo di Zonderwater che già conteneva 60.000 italiani. La nave inglese partì diretta a Durban e Port Elizabeth con 773 civili internati, 130 guardie, 114 equipaggio, 13 artiglieri Royal Navy e 15 passeggeri.
Alle 7,07 del 28 novembre 1943 fu colpita da 2 dei 3 siluri lanciati dal sommergibile tedesco U177, esplose ed affondò in fiamme in 10 minuti, lasciando solo il tempo di calare 4 zattere. Il comandante del sommergibile tedesco Robert Gysae, accortosi che c’erano degli italiani voleva raccogliere le zattere e trascinarle in salvo.
A causa dell’attacco da parte USAF all’ U156 mentre soccorreva i naufraghi nella analoga situazione del Laconia, gli fu vietato di farlo e dovette proseguire la sua missione.
Furono però avvertite le autorità della colonia portoghese più vicina, che inviò il cacciatorpediniere Alfonso de Albuquerque che salvò 194 superstiti, sopravvissuti agli attacchi degli squali bianchi della zona. I 130 internati italiani, furono sbarcati in Mozambico, molti proseguirono in Italia, ma altri rimasero a vivere integrandosi con i locali.
Le vittime del Nova Scotia, con 120 corpi recuperati lungo le spiagge, sono nella tomba comune ad Hillary, città di Durban (Sud Africa). Una lapide con i nomi li ricorda nella chiesa eritrea Santa Rita di Adi Quala.
I nominativi dell’equipaggio del Colombo (albo oro Marina Mercantile) non rientrati in Italia sono:
Flavio Testi