(da Ameglia Informa di agosto 2022)
C’è sempre da imparare a seguire Walter Tacchini e quest’anno, con i suoi Arche-tipi Danzanti, ha lanciato una sfida alle maschere africane che al museo Castiglioni sono di casa. Due mostre in contemporanea con un centinaio di opere collocate tra il museo Castiglioni di Varese, uno dei più importanti d’Europa per la varietà delle collezioni e la sede della Banca Generali Private di Como, dal 9 luglio all’11 settembre 2022.
I due musei rendono omaggio alle opere di Walter Tacchini e a noi offrono l’opportunità di conoscere uno dei musei più rilevanti d’Europa, ma di questo parliamo sul sito Internet. Le sculture di Tacchini si materializzano nell’arco di due secoli tra l’arte di strada e quella erudita che si è plasmata dopo gli incontri con J. P. Sartre, le sorelle De Beauvoir, Jacques Cocteau e Jacques Prévert e così via.
È dopo i venti anni che Walter inizia a dipingere, fare statue, scolpire la pietra, intagliare il legno, giocare con la materia malleabile. La scintilla agli inizi degli Anni Sessanta, proprio ad Ameglia, quando la ditta Tacchini padre e figlio era impegnata nella costruzione della nuova casa di Franco Fortini e di sua moglie Ruth a Bovognano. Ricevette l’imprimatur dal grande architetto Le Corbusier in visita ai Fortini, di cui era amico.
In quell’occasione, apprezzò molto il lavoro che Tacchini stava facendo e gli diede un consiglio. Così racconta Walter: «Mi fece guardare verso le cave di Carrara, e mi disse: “Tu sei uno scultore nato, perché non ti dedichi invece alla scultura?”».
Fu così che Walter Tacchini cambiò mestiere iniziando dal recupero di forme e archetipi ancestrali, ispirati sia alle steli antropomorfe della Lunigiana, sia alle maschere tipiche come quelle del Carnevale storico di Ameglia dell’Omo ar Bozo, che lui ha risvegliato e rinvigorito coi costumi e le sue maschere. Peccato che questa tradizione si è andata sempre più affievolendo restando oggi solo un ricordo.
Ma lui non si è fermato, anzi è ripartito anima e corpo verso nuove creatività supportato anche da Euro Costa, della Crastan, presso la cui ditta ha costituito un suo museo personale.
La sua arte spazia dai manifesti per il Teatro di Strada di cui è stato artefice insieme ai grandi nomi europei, ai quadri, alle maschere, alle sculture che realizza anche per enti pubblici come recentemente a Lerici ed Ameglia (dove ha arredato anche la sala consiliare), alle uova e ai mobili rigenerati di recente creazione, usando molteplici materiali dalla ceramica al legno.
È stato anche docente all’Accademia di Belle Arti di Carrara dal 1975 al 2005.
Al Museo Castiglioni la mostra si articola tra le maschere africane delle collezioni Castiglioni, tra le quali sembrano quasi dialogare tra loro senza limite di tempo, mentre a Como i quadri materici ci riportano al valore del simbolo e alla sua interpretazione contemporanea.
Sandro Fascinelli