(da Ameglia Informa di aprile 2021)
Carlo Colle, il motorista delle barche che traghettavano di notte gli ebrei alle navi in partenza al largo, ci ha lasciato improvvisamente a metà febbraio all’età di 88 anni, vittima del Covid-19.
Tutti ad Ameglia dovrebbero conoscerlo perché è stato il pioniere della nautica sul Magra e ultimamente presidente di Ar.Nav., la darsena che è al bivio per Bocca di Magra. Noi di Ameglia Informa ne abbiamo parlato a più riprese e io personalmente l’incontravo spesso, felice tra le barche della sua darsena. Qui vogliamo ancora sommariamente ripercorrerne la sua vita: una vera epopea. Ultimamente, due anni fa, nel corso della Giornata del mare che si tenne al Comune di Ameglia venne premiato dal prefetto Antonio Garufi e da Confartigianato per il suo impegno nella nautica e in quell’occasione il suo ricordo andò anche al suo socio Battista Fantoni, scomparso tredici anni prima, con cui aveva fatto i primi passi per lo sviluppo della nautica sul Magra ed i successivi, sino a stabilirsi nella darsena Ar.Nav. dove i loro figli ed eredi portano ancora avanti la sua azienda.
Carlo Colle sin da ragazzo aveva il pallino della meccanica, tanto che già da studente dell’istituto Nautico di Marina di Carrara era stato ingaggiato dagli armatori del Magra Germi e Venè per tenere a punto i motori entrobordo delle chiatte che trasportavano la sabbia di giorno e gli ebrei di notte. Come meccanico navale fece quindi parte nel 1946 di quel gruppo di amegliesi che si adoperarono per consentire la fuga verso Israele degli ebrei scampati ai campi di sterminio nazisti. Una partecipazione indiretta perché a lui non veniva consentito il lavoro notturno riservato solo ai grandi (all’epoca aveva solo 15 anni).
Un lavoro teoricamente vietato e rischioso ma in effetti svolto con la connivenza delle “autorità” locali che chiudevano un occhio “ed anzi tutti e due” come disse un giorno Alcide De Gasperi durante un colloquio con Ada Sereni, l’organizzatrice di questi viaggi. Veniva tenuto lontano dai viaggi notturni perché la mattina doveva andare a scuola ma non gli sfuggiva la presenza degli ebrei nel boschetto del gen. Accame e il ricambio periodico dei “campeggiatori”.
Nel 1948 si diplomò ufficiale di macchina e abbandonò il Magra per navigare su una piccola cisterna di un armatore della Spezia poi, nel 1949, si imbarcò sulla chiatta petroliera “Clarus” di 12.000 T, in servizio tra il porto francese di Le Havre e una raffineria di petrolio situata sulla Senna a 60 miglia dalla costa atlantica. Nel 1960 viene ultimato l’oleodotto tra Le Havre e la raffineria così la “Clarus” si sposta nel Mediterraneo per fare cabotaggio tra vari porti: Augusta, Trieste, La Spezia, Ravenna, sempre per trasporto di petrolio greggio e raffinato.
Negli Anni ’60, congedatosi dalla marina mercantile, con Battista Fantoni (falegname maestro d’ascia), avevano iniziato a lavorare con Alfredo Vianello, nel settore della riparazione navale a Fiumaretta, presso i giardini in fondo a via del Botteghino. Nel 1969, desiderando ampliare la loro attività anche al rimessaggio, acquistarono dei terreni di diversi proprietari situati nell’ansa del fiume creando un porticciolo delimitato da palificate in legno.
Arrivarono così le prime barche da diporto sul Magra, prima fra tutti quella di Gerard Kihlgren (figlio del console svedese di Genova) ed Eugenia Picedi Benettini. Poi arrivarono gli imprenditori lombardi ed emiliani, principalmente delle seconde case, americani e olandesi e anche nomi noti come Gianni Agnelli e Jimmy Fontana per citarne alcuni.
Successivamente, tra mille difficoltà burocratiche, nel 2005 riuscirono finalmente a partire con il raddoppio del bacino e la realizzazione della darsena com’è oggi. Nel 2015 con l’uscita della legge che prevede la possibilità di trasformare un approdo in Marina Resort è stato il primo, sul Magra, ad ottenere tale riconoscimento dalla Regione Liguria.
Che esempio ci lascia Carlo Colle? Lavoro, amicizia e famiglia. Con questo ricordo Ameglia Informa e l’Amministrazione Comunale si accumunano al dolore di figli e nipoti.
Sandro Fascinelli