UNO DEGLI ULTIMI NOSTRI SCOOP
DANIEL INOUYE, presidente del Senato degli USA, ritenuto morto dai partigiani carrarini sino al 2011, è stato scoperto vivo grazie ad Ameglia Informa.
Articolo di Approfondimento sul Numero di Novembre 2011 di Ameglia Informa
La notizia ad Ameglia non è stata molto notata a causa della contemporanea esondazione del Magra dell’ottobre 2011 ma i giornali del tempo ne parlarono diffusamente (Il Giornale, La Nazione, Il Secolo XIX, Il Tirreno, La Repubblica)
Questa è la sorprendente scoperta fatta da “AMEGLIA Informa” nel commemorare la ricorrenza della strage di San Terenzo Monti (Fivizzano) operata dai tedeschi nell’agosto del 1944 e la scomparsa a Carrara di uno degli ultimi partigiani dell’epoca: Almo Baracchini, autore del libro “La sepoltura delle vittime dell’eccidio di Bardine a san Terenzo” (Ameglia Informa di ottobre e novembre 2011).
Dalla lettura di quel libro venne notato a pag. 66 l’epitaffio di Daniel Inouye, l’ultimo soldato americano morto sulle Apuane il 21 aprile 1945 (vedi foto).
L’autore dell’articolo Sergio Marchi, amico anche del partigiano Baracchini, parlando col direttore del giornale Sandro Fascinelli riferì che aveva scoperto che quel soldato non era affatto morto, anzi aveva fatto una carriera strabiliante arrivando al massimo seggio del Senato USA, pur menomato di un braccio. Non aveva tirato fuori la notizia per non far fare una brutta figura al suo amico e ai partigiani carrarini.
Ma come era arrivato a questa conclusione? Marchi aveva collaborato assieme a Baracchini alla revisione dell’edizione 2004 del libro “La sepoltura delle vittime dell’eccidio di Bardine a san Terenzo” uscito nell’aprile 2004. Quello stesso anno nel mese di giugno mentre guardava per caso su “Teleriviera” il film americano “Karatè kid 4” (in inglese “The next Karate kid” girato nel 1994, fu attirato, all’inizio del film, da una cerimonia di decorazione di soldati nippo-americani e dall’intervento oratorio di un senatore che stranamente ricordava la foto del soldato americano morto sulle apuane del libro da lui revisionato poco tempo prima.
Al termine del film l’elenco dei protagonisti tolse ogni dubbio riportando nel cast:
senator – senator Daniel Inouye.
Perché Sergio Marchi non parlò prima?
In effetti lo fece, ma non fu preso sul serio dai partigiani locali che si sarebbero visti smentita una loro convinzione e dallo stesso Baracchini, oramai molto anziano, che forse si sarebbe visto costretto a ristampare il libro. L’occasione per ritornare sulla questione: la richiesta del direttore Fascinelli al Marchi di intervenire su Ameglia Informa e sul giornale delle scuole di Lerici per parlare dei fatti di San Terenzo Monti.
La pubblicazione anche su Lerici in ha avuto lo scopo di stimolare l’interessamento di Christopher Desalvo, un ragazzo italo americano(figlio dell’assistente del console americano a Genova) della redazione di San Terenzo che è stato delegato a contattare l’ufficio del senatore Inouye a Washington per dare la notizia della smentita alla sua dichiarazione di morte.
LA RISPOSTA DEL SEN DANIEL INOUYE
Wed. 18 Apr 2012
«I would like to thank Christopher Desalvo for his quick thinking and diligent research on my behalf. It is very encouraging when a young boy like Christopher is interested in history and recognizes when it is incorrect.
In this case, an Italian publication had written my obituary. It was news to me, my family, and my colleagues in the Senate that as far as some in Italy were concerned, I was dead. Thanks to Christopher’s research, he was able to show that I survived my final battle on April 21, 1945, and went on to a life of public service.
If not for his efforts, there are some who would think my story ended on that battlefield in San Terenzo. His work is to be commended.»
Said United States Senator Daniel K. Inouye.
Merc. 18 apr. 2012
«Desidero ringraziare Christopher Desalvo per il suo intuito e la sua scrupolosa ricerca sulla mia persona. È per me molto incoraggiante vedere un giovane come Christopher interessato alla storia e riconoscere quando essa non è corretta.
In questo caso una pubblicazione in Italia mi ha dato per morto. Venire a conoscere che in Italia c’e chi mi ha dato per defunto è stato accolto con sorpresa, da me, dalla mia famiglia e dai miei colleghi del Senato. Grazie alla sua ricerca Christopher ha potuto dimostrare che sono sopravissuto alla mia ultima battaglia del 21 Aprile 1945 e che in seguito mi sono potuto dedicare al pubblico servizio.
Se non ci fosse stata questa ricerca molti avrebbero ancora ritenuto che la storia della mia vita fosse finita sul campo di battaglia a San Terenzo. Questa indagine merita di essere lodata.»
Così ha detto il Senatore Daniel K. Inouye, Presidente del Senato degli Stati Uniti.