8 MARZO – Festa della Donna

“Noi, le donne della filanda”, che è stato citato nel numero di marzo 2017 nell’articolo per la festa della donna, è il titolo del libro di Sondra Coggio, giornalista del il Secolo XIX, pubblicato dalle edizioni Irene Giacché.

È un romanzo, con ampia parte documentaria, che racconta la storia della “fabbrica delle donne” di Fossamastra, che è nata nel 1906 e ha chiuso nel 1973, impiegando fino a 1500 lavoranti contemporaneamente.

È anche una denuncia di come oggi questa memoria storica sia in stato di abbandono, senza alcuna targa che ricordi il sacrificio di quelle generazioni di donne, che tanto hanno pagato.

Nulla spiega a chi passa oggi, distratto, che fra quelle giovani donne, qualcuna non tornò dal campo di concentramento dove era stata rinchiusa, rea di aver messo un rametto di mimosa sulle macchine, il giorno dell’8 marzo.

Le condizioni di lavoro erano durissime, non c’erano tutele per la salute e per i diritti, si respirava polvere, si lavorava con i piedi nudi dentro gli zoccoli, in costante umidità, perché la juta doveva essere inumidita, per poter essere lavorata.

Il libro è diviso in tre parti: il racconto delle vicende della fabbrica della vergogna, le interviste con le dirette protagoniste di quell’epoca e gli atti documentali.

Il volume è stato anche al centro di una iniziativa che ha coinvolto le scuole spezzine: il tema è “dalla terra alla filanda alla velina”. È una forma provocatoria di abbinamento, per delineare l’involuzione dell’immagine della donna: dai tempi eroici della conquista del diritto al lavoro, all’attuale svilimento dell’immaginario del femminile, proposto essenzialmente come corpo.

È stato prodotto anche un video, mirato proprio ai ragazzi, che raccoglie immagini inedite tratte dagli album di famiglia delle “filandine” messe a confronto, provocatoriamente, con le donne che oggi i media contrabbandano come reali (veline).

Sandro Fascinelli